Dalla psicologa
Clara era in sala d’aspetto, erano anni che andava in terapia, parlare con la sua psicologa l’aveva aiutata a superare il brutto periodo che aveva attraversato.
Aveva cambiato più volte terapista, è come incontrare la persona giusta, pensava, non è facile sentirsi a proprio agio e capire se le sedute aiutino a trovare l’equilibrio, perché spesso il lavoro interiore va in profondità, e questo può causare anche periodi altalenanti, di crescita attraverso la sofferenza nel rivivere, raccontandoli, i traumi del passato.
Quando fu il suo turno entrò salutando la dottoressa Michela. La psicologa la guardò da sotto gli occhiali con la montatura fucsia e le chiese: “Cosa succede?”
Ormai Clara per lei era un libro aperto.
“Sono andata a casa di Davide, abbiamo parlato molto.”
“Sei stata male per come si è comportato, avevi deciso che non lo avresti più cercato.”
“Soffre di depressione.”
“Non è un motivo sufficiente, poteva dirtelo tempo fa, si è allontanato proprio quando hai dovuto affrontare l’operazione e il resto.”
“Lo so, non ha avuto la forza di starmi vicino.”
“Potrebbe accadere di nuovo, Clara, e tu non puoi permettertelo, il disturbo bipolare non è una malattia da prendere sotto gamba e i traumi emotivi possono incidere sul tuo equilibrio, sai cosa rischi, anche in passato sei stata sul punto di perdere la lucidità e fare una sciocchezza.”
“Lo so, ma c’è qualcosa dentro di me che mi dice di dargli una possibilità, che insieme possiamo aiutarci.”
“Tu hai bisogno di un uomo che ti contenga, te l’ho detto altre volte, che ti protegga anche da te stessa.”
“Sento che Davide può farlo. Devo fidarmi di lui.”
“Ok, lo sai, io sono qui per ascoltarti, per avvisarti, ma le scelte sono personali e neanche io sono autorizzata a interferire, è la tua vita, ma promettimi una cosa, se decidete di iniziare una storia venite un giorno insieme, è giusto che sappia come stai e come comportarsi con te per non ferirti e aiutarti a superare i tuoi momenti no.”
“Non gli ho ancora detto del disturbo bipolare.”
“Lo sapevo, hai paura che si allontani di nuovo?”
“Sì.”
“Sai, paradossalmente potresti invece farlo sentire compreso, in qualche modo simile a te, tu vivi come lui periodi di depressione, condividere questa tua fragilità potrebbe unirvi di più.”
“Non ci avevo pensato.”
“Da quello che mi dici non ha trovato stabilità, attraversa dei periodi difficili.”
“Sì, ha cambiato terapisti e cure.”
“Se lui vuole, sono disponibile a consigliargli qualche collega, non bisogna mai arrendersi, mai.”
“Lo so.”
“Per il resto?”
“Il pensiero di Davide ha allontanato quello dei controlli e del tumore, sto recuperando forze e voglia di combattere, negli ultimi tempi stavo mollando.”
“È normale, stai scaricando anche tutta la tensione che hai vissuto, l’adrenalina che lo spirito di sopravvivenza ha stimolato e la paura.”
“Ho deciso di fare le cose con più calma, anche con Davide, mi piacerebbe partire dall’amicizia e vedere come va.”
“Fai bene, devi comportarti come il gioco dei bastoncini cinesi, togliere con delicatezza un bastoncino alla volta. Siete due persone molto sensibili, e per capirvi ci vuole tempo e pazienza. Non avere fretta.”
“L’attrazione c’è, non so se anche per lui è così, stargli vicino senza abbracciarlo e baciarlo non è facile, ma come hai detto tu ho bisogno di tempo e non so tante cose di lui ancora.”
“Mi raccomando, per qualsiasi cosa chiamami, non ti fare problemi.”
“Ciao Michela, grazie, alla prossima settimana.”
“Hai fatto bene a non dirmi che volevi rivedere Davide, forse ti avrei condizionata, devi sempre credere nel tuo sesto senso, in te stessa.”
“Ci provo.”
Clara uscì dallo studio con il cuore più leggero e la voglia di affrontare con un atteggiamento positivo le difficoltà del suo rapporto con Davide.