A cena

Erano due settimane che Davide e Clara non si vedevano, avevano avuto entrambi altri impegni, si tenevano sempre in contatto via messaggi e con qualche telefonata. Un pomeriggio l’uomo le chiese se volesse andare a cena fuori con lui, era la prima volta che la invitava e Clara accettò con molto entusiasmo. Si sarebbero incontrati il sabato in una pizzeria in periferia con un grande giardino all’aperto, faceva caldo in quei giorni di fine luglio, avrebbero cenato fuori.

Per l’occasione Clara andò a fare compere e acquistò una gonna e una maglietta elegante, non disse nulla né alla sorella né ai genitori.

Visse i giorni precedenti all’incontro con un po’ di agitazione e ansia, ma non con stati d’animo alterati, doveva affrontare tutto con calma e senza farsi illusioni.

Il sabato Davide la passò a prendere con la macchina, salì felice di rivederlo.

“Tutto bene?”

“Sì, sono contenta di passare una serata con te.”

“Anche io.”

Davide sembrava un po’ agitato, forse non era solo lei emozionata per l’evento. Si conoscevano da quasi due anni e solo ora erano pronti per frequentarsi.

Arrivarono alla pizzeria, chiesero al cameriere dove fosse il loro tavolo, era un locale molto carino e lo spazio all’aperto ben curato.

Davide fece sedere prima Clara, aveva avuto sempre dei modi galanti, anche durante gli incontri al gruppo di lettura.

“Che mi racconti?”

“Tutto bene, il lavoro procede, qualche giorno fa sono tornata al cinema con mia nipote.”

“La figlia di tua sorella?”

“Sì, per ora figlia unica, non so se ne faranno altri.”

“Oggi avere figli non è semplice, la vita è cambiata e occorre dedicare loro più tempo possibile e attenzioni e vigilare, sono tanti i pericoli.”

“Lo so, per fortuna mia sorella ha l’aiuto anche dei miei genitori.”

“Ti dispiace non aver avuto figli?”

“Non lo so, forse in un periodo della mia vita ho sentito di volerli, ma non stavo con la persona giusta, il rapporto era altalenante. E tu?”

“Con i miei problemi ho cercato di evitare di diventare padre anche se adoro i bambini, sono figlio unico, non ho nipoti, ma spesso vado a trovare i miei amici che hanno figli e gioco con loro, mi piacerebbe far parte di un’associazione che si occupa di organizzare campi estivi o corsi per loro.”

“Hai paura di dare la tua adesione perché non sai come puoi sentirti.”

“Sì, non si possono fare molti programmi quando si hanno problemi, ma non mollo, sto cercando un nuovo terapista.”

“Devo confessarti una cosa che ho avuto paura di dirti.” Clara tremava un po’.

“Dimmi. Lo sai, abbiamo avuto sempre un rapporto molto sincero.”

“Ho il disturbo bipolare, riesco a gestirlo con i farmaci e la terapia e non so neanche io come ho evitato di crollare nel periodo delle cure.”

“Lo sapevo Clara, me l’ha detto Alessandra.”

“Avevo paura che mi avresti allontanato di nuovo.”

“Tu hai capito i miei problemi anche perché vivi momenti di depressione, per questo quando mi hai chiesto di vederci ho accettato. La mia ex non mi capiva, minimizzava ogni mio malessere e mi faceva sentire sbagliato.”

“È capitato anche a me.”

Mentre parlavano Davide ricevette un messaggio.

“Scusami, controllo chi è, è la mia ex, ogni tanto quando le serve qualcosa si fa sentire, ha mollato il fidanzato e non sa a chi chiedere aiuto.”

“Siete rimasti in buoni rapporti. Vi vedete?”

Clara era gelosa ed ebbe un momento di panico, forse Davide era ancora innamorato della ex.

“Solo qualche volta insieme ad amici comuni, siamo stati fidanzati sei anni, mi ha lasciato dall’oggi al domani senza tante spiegazioni, ma ho capito che non reggeva i miei momenti di depressione.”

“La ami ancora?”

“No, ma per un periodo è stata un punto di riferimento per non crollare, anche se ci eravamo lasciati. È rimasta tra noi una sorta di amicizia anche se devo ammettere che non è stata mai una donna empatica e comprensiva.”

“Chissà, capita sempre così, si è attratti dagli opposti.”

“È vero, forse così ci sembra di completarci, ma ho compreso che bisogna essere simili per intuirsi e amarsi.”

“Pensavo al fatto che cerchi un nuovo dottore, vado in terapia da una psicologa che conosce psichiatri molto preparati, se vuoi qualche informazione chiedo a lei.”

“Sì, mi farebbe molto piacere.”

Davide prese la mano di Clara, non si era mai sentito a suo agio come in quel momento.

“Mi dispiace che non sono riuscito a starti vicino nel periodo delle cure, ma per me era complicato in quel momento anche spiegarti come stavo, e dopo quello che ho passato con la mia ex non volevo essere trattato di nuovo come un problema.”

“Ci sono stata molto male perché la prima volta che ti ho visto è stato come conoscerti e amarti da anni o vite.”

“Anche per me è stato così, e anche per questo ho avuto paura. Un tuo rifiuto mi avrebbe fatto crollare, per questo ho scelto di allontanarmi prima io, poi ho chiesto ad Alessandra come stavi e mi ha parlato di te e ho capito di aver sbagliato e non ho avuto la forza di cercarti, non sapevo se mi volevi ancora.”

Clara ascoltò la confessione, felice dei sentimenti ricambiati e della preoccupazione che aveva avuto Davide per lei. In tutto quel periodo aveva pensato non provasse nulla e che non la volesse.

Trascorsero la serata parlando del più e del meno, finita la cena tornarono a prendere la macchina nel parcheggio.

“Ti porto in un posto.”

“Ok.”

Andarono su un piccolo belvedere, si vedeva in lontananza il mare. Scesero dalla macchina, Davide prese Clara per mano, scostò con la mano i capelli e la baciò dolcemente sulle labbra.

“Non voglio farti promesse, ma da oggi io ci sarò per te, so che anche tu mi sei vicina e insieme affronteremo quello che ci attende.”

“Sì.” Si baciarono con passione e Clara si sentì per la prima volta avvolta dall’amore di un uomo.

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