Giorno difficile
Clara aveva sentito Davide il giorno prima, gli aveva mandato un messaggio la mattina ma non aveva ricevuto risposta, aveva provato anche a chiamarlo. Preoccupata, saltò il pranzo e andò a casa sua, avevano entrambi le chiavi dei rispettivi appartamenti per ogni evenienza.
Entrò agitata e con le mani che le tremavano, andò diretta in camera, Davide era disteso sul letto con il viso stravolto.
“Che succede?”
“Non mi sento bene, ho dolori in tutto il corpo e pensieri negativi, non riesco ad alzarmi e a fare niente.”
Clara lo abbracciò.
“Avevo paura avessi fatto qualche sciocchezza. Hai mangiato qualcosa?”
“No, non ho fame.”
“Ti cucino il tuo piatto preferito, insieme riusciremo a finire tutto.”
“Oggi non sono stato capace neanche di lavorare.”
“Non ti preoccupare, appena starai meglio recupererai.”
“Non ha senso vivere così.”
“Non lo dire neanche per scherzo, ricordi cosa mi hai promesso? Affrontiamo insieme ciò che ci accade ogni giorno, siamo in due, non sei solo.”
“Non hai fatto un bell’acquisto.”
“Non sei mica una macchina, e poi anche le macchine hanno problemi ogni tanto, non sai come sto quando sto male io, preparati che toccherà a te reggermi quando accadrà.”
“È dura.”
“Hai preso le medicine?”
“Sì, come al solito.”
“Dobbiamo andare da un altro dottore e chiedergli di farti provare qualcosa di nuovo.”
“Ho cambiato spesso cura ma senza risultati.”
“Anch’io prima di trovare la combinazione giusta di farmaci ho impiegato tanto tempo, e ancora ora, ogni tanto, in particolari situazioni non sto bene.”
“Il tuo psichiatra ti segue da tanti anni, vero?”
“Sì, aggiustiamo la terapia durante le crisi.”
“Possiamo provare ad andare da lui, se vuoi.”
“Certo, prenoto subito un appuntamento per una visita, ora vado a cucinare, poi torno a casa a prendere qualche vestito così mi fermo da te nei prossimi giorni, non ti lascio solo. Ora riposati e se hai pensieri negativi occupa la mente con qualcosa che devi fare per il lavoro e pensa che sono qui con te.”
Davide accennò un sorriso e Clara lo abbracciò forte di nuovo.
Dopo pranzo corse a casa sua, cercò di fare in fretta, non voleva lasciare Davide da solo troppo tempo. Il suo psichiatra la chiamò dopo il suo messaggio, dicendole di andare a visita il giorno dopo. Clara chiese un giorno di ferie al lavoro.
Quando tornò a casa di Davide, lo trovò alla scrivania.
“Sto cercando di fare qualcosa.”
“Va bene, ma non ti sforzare.”
“Puoi andare al lavoro domani, se vuoi, pian piano mi riprendo.”
“Non ti lascio solo, nel pomeriggio andiamo dallo psichiatra. Perché non prepari un resoconto delle terapie farmacologiche e psicologiche che hai fatto? Potrebbe essere utile. Se vuoi lo scrivo io e tu mi detti.”
Si mise accanto a lui e insieme preparano il file e lo stamparono e lo inviarono anche al dottore.
Clara ogni tanto lo abbracciava, forse perché anche lei nei momenti di crisi avrebbe voluto che qualcuno lo facesse.