Dallo psichiatra
La mattina Davide non si sentiva ancora bene, non aveva voglia di uscire nel pomeriggio e andare dallo psichiatra, Clara dovette forzarlo a lavarsi e vestirsi. Lui continuava a dire che non aveva senso andare avanti, Clara lo convinse a mangiare qualcosa a colazione e a pranzo.
Alle quattro si prepararono e uscirono per raggiungere lo studio del dottore.
Davide non parlava, Clara ripensava ai suoi periodi di depressione e cercava di capire cosa fare per destarlo dal torpore.
Arrivarono allo studio, aspettarono il loro turno, lo psichiatra si affacciò alla porta e li chiamò.
“Venite, entrate! Ciao Clara, Davide, sedetevi. Come ti senti oggi Davide?”
“Le medicine non fanno effetto e vedo tutto nero, ho anche dolori ovunque e faccio fatica a muovermi.”
“Ho letto il tuo resoconto, hai provato parecchie terapie e farmaci e avrai anche analizzato con i dottori i traumi che hai avuto che possono aver scatenato il problema.”
“Sì, mi hanno detto che la morte di mio padre e il fallimento della prima relazione sono stati i fattori scatenanti.”
“Il nostro compito ora è provare a cambiare terapia, c’è un’alternativa che voglio consigliarti da associare a un integratore.”
“Ho letto che nel caso di depressione resistente ai farmaci propongono anche l’elettrochoc.”
“Sarebbe meglio evitarlo e tentare con farmaci di nuova generazione, poi la tua depressione è a periodi, c’è stato un evento che può averla scatenata questa volta?”
“No, ultimamente le cose vanno bene sia sul lavoro che con Clara, è la prima donna che ha saputo accettarmi anche con i miei problemi, e nonostante la sua fragilità mi sostiene.”
“Allora scalerai pian piano la vecchia terapia introducendo il nuovo farmaco, aumentando gradualmente la dose. Potresti avere dei tremori e qualche problema a dormire perché il fisico è assuefatto alla vecchia medicina, vedrai che l’integratore ti aiuterà e potenzierà gli effetti positivi del nuovo rimedio che è uscito sul mercato da pochi mesi. Sforzati a uscire un po’, queste giornate di settembre non troppo calde sono piacevoli, fate una passeggiata insieme e ogni tanto cerca di occupare la mente con il tuo lavoro, che è anche la tua passione. Questa volta hai Clara vicino, non sei solo, e anche per lei devi trovare le energie per riprenderti.”
“Lo so, rischia di non reggere e questo mi angoscia, non voglio essere la causa di una crisi.”
“Non ti devi preoccupare troppo di questo, ti devi riprendere soprattutto per te stesso, quando starai meglio ti occuperai di me” rispose Clara.
“Mi raccomando, prendi tutte le medicine e vedrai, in poco tempo tornerai a vedere tutto con lucidità e ottimismo.”
Clara e Davide uscirono dallo studio sollevati, avevano un’alternativa e potevano sperare che le cose sarebbero migliorate.
Clara rimase a casa di Davide nei giorni successivi, andava al lavoro, Davide aveva insistito che non prendesse altri giorni di ferie, in passato era riuscito anche da solo a superare i momenti di crisi, non voleva che Clara stravolgesse troppo la sua vita, poteva stare male anche lei.
Clara aveva paura a lasciarlo a casa, ma si fece forza, doveva restituirgli anche la sensazione di potersi occupare di sé stesso, era importante per superare la depressione.
Il pomeriggio andavano spesso a fare delle passeggiate al belvedere dove erano stati un mese prima.
Davide pian piano cominciò a migliorare, la nuova medicina faceva effetto, e ogni volta che lo vedeva ridere o tornare a scherzare Clara lo stringeva forte.
L’uomo la ricopriva di piccole attenzioni, la abbracciava spesso e iniziò a portarle la colazione a letto, sapeva che dormire per lei era fondamentale.
“Sono contento di averti vicino, avevi ragione, insieme si riescono ad affrontare le situazioni difficili, ora devi pensare a te, esci con tua nipote, con tua madre, prenditi qualche giorno per te stessa, io sto bene adesso, se vuoi tornare a casa tua sei libera di farlo.”
“È che mi sono abituata a stare con te, non so se riesco a tornare alle vecchie abitudini, aiutarti mi ha donato più fiducia in me stessa e nella capacità di poter fare qualcosa per qualcuno, di non essere così fragile come pensavo.”
“La tua fragilità è la tua forza Clara, la tua sensibilità è per me un dono, non un difetto.”
Si baciarono teneramente e si strinsero forte come se nessuno potesse separarli.