Liberare l’armadio
Erano un paio di settimane che Clara ci pensava, doveva far conoscere Davide alla sua famiglia. Aveva un po’ paura questa volta, il giudizio dei familiari per lei era importante e sperava che l’uomo facesse loro una buona impressione. Era tornata ad abitare a casa sua, aveva sentito l’esigenza di sistemare le sue cose e voleva capire se sentiva la mancanza del fidanzato ed era pronta a convivere.
Un pomeriggio Davide andò da lei per aiutarla a sistemare l’armadio, aveva tanta roba da buttare e da sola non ci riusciva, aveva dolori dovuti alla terapia.
“Che ne dici Davide se vieni a cena dai miei genitori, ti faccio anche conoscere mia sorella Roberta, mio cognato e Beatrice?”
“Per me va bene, altre volte ho conosciuto i genitori delle mie ex, ai genitori andavo bene, era con le figlie che non funzionava!” disse ridendo.
“Non sapevo se per te fosse troppo presto.”
“Sono felice che vuoi farmi conoscere la tua famiglia” la prese e la baciò.
Mentre erano lì a scegliere i vestiti da dare via, si facevano un sacco di risate perché la domanda di Davide era sempre: “Da quanto non metti più questo maglione, ti sta ancora bene?”
E Clara rispondeva: “È di un tessuto buono, è un peccato darlo via.”
Davide prendeva il maglione e lo metteva ridendo nella busta grande dell’immondizia e Clara aveva l’espressione buffa di una bambina a cui porti via un giocattolo e Davide la baciava.
Riuscirono a preparare otto bustoni di vestiti e borse.
“Avrai spazio per ricomprare qualcosa, e poi se vieni a stare da me dovrai accontentarti di metà armadio.”
“Sarà dura, sai ci si affeziona ai vestiti, sono parti di noi e della nostra storia.”
“Dare via oggetti e vestiti libera energie e ci aiuta a chiudere con le situazioni del passato che ci hanno fatto soffrire, è terapeutico.”
“Hai ragione, ma io faccio fatica, e poi sai, le cose tornano di moda!”
Davide scoppiò a ridere.
“È vero, ma i modelli cambiano e dovresti farli aggiustare da qualche sarta, tanto vale ricomprare un vestito nuovo.”
“Ci sarebbe da sistemare anche la cucina, ho tante pentole.”
“Dovremo comprare una casa nuova!”
“No la tua mi piace molto, è grande abbastanza per due ed è facile da pulire.”
“Per quello non ti devi preoccupare, viene una signora una volta a settimana, tu non devi stancarti.”
“Casa mia la possiamo affittare, che dici? Venderla non conviene, i prezzi sono bassi ora, non recupereremo ciò che ho speso.”
“È un’ottima idea, possiamo anche pensare di gestire un B&B, sarebbe impegnativo, ma più remunerativo.”
“Ci penso.”
“Non ti voglio forzare a venire a stare da me, ma credo che siamo pronti, quando vorrai me lo dirai, anche se dovessi pensare di voler restare qui.”
“Va bene.”
Si accoccolarono sul divano abbracciati.
“Ora il difficile è portare via tutti questi bustoni, salirli in macchina e raggiungere il centro di raccolta, e non abbiamo ancora pensato alle pentole.”
“Dovrebbero inventare un lavoro per chi svuota gli armadi e le case, potrebbero guadagnarci dando via vestiti e oggetti nei mercati.”
“Nelle grandi città penso che esista.”
“Perché non ci siamo conosciuti prima?” le chiese Davide.
“Ci siamo conosciuti nel momento giusto, avviene tutto nel momento giusto, né prima né dopo, se ti avessi incontrato prima magari non avrei provato nulla per te, le esperienze ci preparano a chi deve arrivare nella nostra vita.”
“Hai ragione, non avrei apprezzato la tua sensibilità e profondità, abituato a donne poco attente ai sentimenti degli altri.”
“Anche io ho voluto bene a uomini superficiali, ma forse eravamo anche noi così, poi siamo maturati e abbiamo cercato altro.”
“Forza, scendiamo tutto con l’ascensore e stasera a casa mia ti preparo un bella cenetta per festeggiare il fatto di essere riusciti a liberare metà armadio!”
Clara si fece una bella risata, scese dal divano, pronta ad aiutarlo.