La nascita di Mattia
Roberta aveva trascorso due mesi a letto, e appena poteva Clara andava a darle una mano e stava un po’ con Beatrice. Il bambino cresceva e le condizioni della madre erano buone.
“Avrei voluto aiutarti con il trasloco.”
“Come potevi, Roberta? Sei incinta, non ricordi?”
“È anche divertente traslocare.”
“Io e te siamo proprio diverse.”
“E per fortuna! Non avrei mai immaginato potessi cambiare in poco tempo la tua vita, hai fatto sempre scelte molto ragionate e impiegato molto tempo per decidere.”
“Il tumore ti costringe a rivalutare il fattore tempo, il tempo che sai potresti non avere. Mentre il disturbo bipolare mi ha sempre frenata nell’accogliere le situazioni positive, il tumore mi ha donato una nuova visione che mi fa apprezzare ciò che di bello mi accade e non mi sento più inadeguata o impaurita o con l’ansia che non ti lascia respirare.”
“Davide è la persona giusta per te, ti ha donato sicurezza, nonostante i suoi problemi, e credo che anche tu per lui sei stata un miracolo.”
“Sì, sta molto meglio, la cura funziona, ha ogni tanto dei giorni no, ma riesce a reggere e seguiamo i consigli del dottore. La mia psicologa ha deciso di fare degli incontri con noi due ogni due settimane, una sorta di terapia di coppia, è stato molto utile per aiutarci ad affrontare gli ultimi avvenimenti, anche il trasloco e il cambiamento di abitudini.”
“Io e Luca in questo periodo abbiamo passato più tempo insieme, stando a casa e non lavorando. Prima ero in negozio tutto il giorno e lo vedevo solo a cena. Anche con Beatrice abbiamo parlato tanto, non sembra gelosa per la nascita di Mattia, è una bambina matura e tu l’hai aiutata molto, anche quando sei stata male appena hai potuto l’hai chiamata e passato ore al telefono con lei.”
“È mia nipote, un pezzo di cuore, e lo sarà anche Mattia.”
“Mamma e papà sono stati impagabili, erano preoccupati per te, ma hanno cercato di occuparsi di me il più possibile.”
“È stato strano durante la crisi appoggiarmi a Davide e non a te, mi sentivo spaesata.”
“Vi ha uniti molto, Clara, e credo sia stato contento di poterti ripagare di tutto quello che hai fatto per lui con la sua vicinanza e premura.”
“È vero.”
Clara vide Roberta cambiare espressione.
“Che succede?”
“Ho rotto le acque.”
“Luca” gridò Clara.
Il marito di Roberta corse nella camera da letto.
“Ci siamo?”
“Sì!”
Beatrice entrò in stanza. “Mamma!”
“Forza andiamo” disse Clara.
Presero la valigia per l’ospedale, aiutarono Roberta a vestirsi, scesero con l’ascensore, entrarono in macchina e in poco tempo raggiunsero il reparto di ostetricia.
Nel giro di un’ora arrivarono i genitori di Clara e anche Davide.
Aspettarono nella sala d’aspetto per tre ore, non sapevano come organizzarsi per la cena.
Con il viso felice e rosso per l’agitazione e l’emozione li raggiunse Luca, che aveva assistito al parto: “Tutto bene, pesa due chili e mezzo, la madre e il bambino stanno bene.”
Si abbracciarono tutti, felici per la nascita di Mattia, una nuova vita, un nuovo membro della famiglia che avrebbe portato gioia e speranza.