La proposta di matrimonio

I giorni trascorrevano tranquilli tra il lavoro, la ludoteca, Mattia e la gestione della casa. Davide e Clara non erano andati più a cena fuori e avevano deciso di concedersi una serata romantica il sabato successivo.

Il trasferimento dal fidanzato non aveva creato a Clara grossi problemi, ogni tanto qualche battibecco su come sistemare le cose in casa che si risolveva con un abbraccio o una risata: dopo quello che avevano vissuto era tutto così poco importante di fronte al fatto di andare d’accordo e creare armonia tra loro.

Clara vedeva Davide felice e in quei giorni un po’ agitato, ma non riusciva a capirne il motivo, aveva provato a chiederglielo ma lui aveva risposto che era solo una sua impressione.

Aveva pensato molto nelle ultime settimane al loro rapporto, per la prima volta aveva voglia di sposarsi ma non sapeva cosa lui ne pensasse, non ne avevano mai parlato e non aveva il coraggio di affrontare il discorso per paura che non fosse d’accordo.

Non sapeva cosa fare, Davide la vedeva pensierosa e le aveva chiesto se andava tutto bene e aveva risposto che era solo un po’ stanca.

Un pomeriggio, mentre era a fare spesa al supermercato, le venne in mente una poesia che cercò di memorizzare nel telefonino, fermandosi in mezzo a una corsia, con le persone che cercavano di sorpassarla, e la stampò di nascosto quando Davide non era in casa.

Il venerdì mattina programmò la sveglia venti minuti prima. Con lo squillo Davide si rigirava nel letto ancora mezzo addormentato, si svegliava insieme a lei di solito, e chiese perché si dovessero alzare prima. Clara gli disse che voleva preparargli i pancake e che lo avrebbe chiamato lei quando erano pronti.

Dopo un po’ Clara a voce alta: “La colazione è pronta, amore.”

Davide andò in cucina stropicciandosi gli occhi, le sorrise e vide i pancake con Nutella e frutti di bosco sul tavolo e la tazza fumante di latte e caffè e ringraziò Clara. Sotto al piattino della tazza c’era una busta. Davide l’aprì e cominciò a leggere a voce alta la poesia di Clara:

 

Sposiamoci

 

Immagina io e te

La mia testa poggiata tra la tua spalla

e il collo

Il tuo braccio

che mi stringe forte

per non farmi scappare

e io che ti chiedo

“Perché non ci sposiamo?

Una piccola chiesa

una cerimonia intima

d’estate

Sarebbe assurdo?”

Cosa mi risponderesti?

Ho paura che tu mi dica di no

perché non ho mai sentito di essere a casa

se non quando ascolto

la tua voce

protetta

amata

desiderata

 

Davide restò per un momento in silenzio e cominciò a piangere, guardò Chiara e le disse: “Aspettami un momento, torno subito.”

Andò nello studio e tornò con in mano qualcosa, si avvicinò a Clara lo consegnò nelle sue mani e la baciò appassionatamente.

Clara aprì la scatoletta, era un anello di fidanzamento. Cominciò a piangere anche lei.

“Avevo pensato di chiederti di sposarmi sabato a cena, tu mi hai preceduto.”

Si abbracciarono forte e decisero che quella mattina non avrebbero lavorato ma trascorso tutto il tempo in casa e a letto.

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