22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
Ringraziamenti
Un ringraziamento speciale allo IOM, per avermi concesso l’opportunità di pubblicare la storia di Clara sul blog dell’associazione, a tutti i miei parenti e amici.
La trama di questa storia è nata durante i corsi di scrittura creativa e sul blog organizzati dallo Iom di Ascoli Piceno e dall’associazione L’Albero delle arti, ci sono state coincidenze, incontri che hanno ispirato le vicende.
Come il romanzo di Dorotea, si trattano argomenti delicati e spero di aver trasmesso speranza e la consapevolezza che l’amore è il sentimento più forte che gli esseri umani sono in grado di provare, grazie al quale si possono superare insieme le difficoltà della vita o renderla a volte meno amara quando intervengono malattie difficili da gestire.
Un ringraziamento speciale a Ludovica dello Iom, che mi ha convinta a seguire i corsi in un momento in cui vivevo un periodo di sofferenza interiore, e ad Alessia, che ha avuto l’idea di pubblicare “Clara” a puntate nel blog dello Iom, a Luca che ha tenuto il corso e corretto il romanzo, e a tutti i partecipanti alle lezioni che mi hanno sostenuta con i loro messaggi di incoraggiamento.
Cristina Travaglini (Lucilla Marini)
22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
Il matrimonio
Nei mesi successivi Clara e Davide organizzarono la cerimonia in Comune, pochi amici e parenti.
La donna aveva anche tutti i controlli oncologici da fare e questa volta Davide la accompagnò alle visite, cercando ogni volta di rassicurarla perché l’agitazione poteva innescare una nuova crisi.
Per fortuna gli accertamenti andarono bene, Clara ebbe bisogno poi di qualche giorno di tranquillità e Davide cercava di farla dormire il più possibile anche il pomeriggio e occuparsi della casa.
La psicologa si era raccomandata che l’organizzazione del matrimonio fosse diluita in più mesi senza creare stress, anche un avvenimento gioioso poteva destabilizzare Clara.
Scelsero una cerimonia semplice, senza bomboniere, solo sacchetti con confetti assortiti, fecero un’offerta a un’associazione che si occupava degli ospedali nei territori di guerra.
Luca avrebbe celebrato il matrimonio con delega del sindaco.
La sala del comune era in pietra in uno dei palazzi storici della città, con pochi posti a sedere.
Decisero di chiamare qualcuno per suonare durante la cerimonia e prepararono ognuno una promessa scritta da recitare.
Fissarono la data i primi di giugno, un sabato mattina, quando ancora le giornate non erano molto calde; il pranzo, nel loro ristorante preferito del primo appuntamento.
I genitori di Clara erano felici e anche Roberta, Luca e Beatrice, e li aiutarono a organizzare tutto e si offrirono di comprare le fedi che gli sposi scelsero in oro rosa.
Per il viaggio di nozze sarebbero andati qualche giorno a Roma e a Firenze. Davide amava guidare e scoprire posti, monumenti particolari e interessanti da vedere anche nelle città famose, dopo aver cercato informazioni su internet o presso le agenzie di viaggio o su guide turistiche.
Il tempo volò e il giorno del matrimonio arrivò con la gioia di tutti. La notte prima Clara aveva dormito dai suoi genitori, secondo la tradizione.
Quando Davide vide arrivare Clara a braccetto del padre, vestita di bianco con un abito semplice stile impero, si commosse.
Sembravano due bambini che aprivano felici i regali il giorno di Natale, negli occhi amore e gioia.
Beatrice, vestita da damigella, portò le fedi agli sposi, che infilarono agli anulari gli anelli, con un applauso dei partecipanti e la musica in sottofondo.
E Clara recitò una sua poesia:
Ti dico di sì
E allora ti dico di sì
Ora che non te lo aspetti
Ora che non mi chiedi
di viverti
Ora che il mio cuore
è in pace
e non ho paura
del futuro
la vita non si può rimandare
Non ha senso rinunciare
all’amore
farlo significherebbe
morire dentro
“Questa è la vita” disse Clara a Davide, di fronte a tutti, “luce e ombra. In pochi mesi ho vissuto l’inferno e ho incontrato il mio amore. Ti prometto di reggere, di non mollare, e insieme affronteremo ciò che il futuro ci riserverà.”
Davide l’abbracciò forte e la baciò e la tenne stretta a sé per un po’ mentre familiari e amici facevano loro gli auguri.
Era solo l’inizio di una vita insieme.
22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
La proposta di matrimonio
I giorni trascorrevano tranquilli tra il lavoro, la ludoteca, Mattia e la gestione della casa. Davide e Clara non erano andati più a cena fuori e avevano deciso di concedersi una serata romantica il sabato successivo.
Il trasferimento dal fidanzato non aveva creato a Clara grossi problemi, ogni tanto qualche battibecco su come sistemare le cose in casa che si risolveva con un abbraccio o una risata: dopo quello che avevano vissuto era tutto così poco importante di fronte al fatto di andare d’accordo e creare armonia tra loro.
Clara vedeva Davide felice e in quei giorni un po’ agitato, ma non riusciva a capirne il motivo, aveva provato a chiederglielo ma lui aveva risposto che era solo una sua impressione.
Aveva pensato molto nelle ultime settimane al loro rapporto, per la prima volta aveva voglia di sposarsi ma non sapeva cosa lui ne pensasse, non ne avevano mai parlato e non aveva il coraggio di affrontare il discorso per paura che non fosse d’accordo.
Non sapeva cosa fare, Davide la vedeva pensierosa e le aveva chiesto se andava tutto bene e aveva risposto che era solo un po’ stanca.
Un pomeriggio, mentre era a fare spesa al supermercato, le venne in mente una poesia che cercò di memorizzare nel telefonino, fermandosi in mezzo a una corsia, con le persone che cercavano di sorpassarla, e la stampò di nascosto quando Davide non era in casa.
Il venerdì mattina programmò la sveglia venti minuti prima. Con lo squillo Davide si rigirava nel letto ancora mezzo addormentato, si svegliava insieme a lei di solito, e chiese perché si dovessero alzare prima. Clara gli disse che voleva preparargli i pancake e che lo avrebbe chiamato lei quando erano pronti.
Dopo un po’ Clara a voce alta: “La colazione è pronta, amore.”
Davide andò in cucina stropicciandosi gli occhi, le sorrise e vide i pancake con Nutella e frutti di bosco sul tavolo e la tazza fumante di latte e caffè e ringraziò Clara. Sotto al piattino della tazza c’era una busta. Davide l’aprì e cominciò a leggere a voce alta la poesia di Clara:
Sposiamoci
Immagina io e te
La mia testa poggiata tra la tua spalla
e il collo
Il tuo braccio
che mi stringe forte
per non farmi scappare
e io che ti chiedo
“Perché non ci sposiamo?
Una piccola chiesa
una cerimonia intima
d’estate
Sarebbe assurdo?”
Cosa mi risponderesti?
Ho paura che tu mi dica di no
perché non ho mai sentito di essere a casa
se non quando ascolto
la tua voce
protetta
amata
desiderata
Davide restò per un momento in silenzio e cominciò a piangere, guardò Chiara e le disse: “Aspettami un momento, torno subito.”
Andò nello studio e tornò con in mano qualcosa, si avvicinò a Clara lo consegnò nelle sue mani e la baciò appassionatamente.
Clara aprì la scatoletta, era un anello di fidanzamento. Cominciò a piangere anche lei.
“Avevo pensato di chiederti di sposarmi sabato a cena, tu mi hai preceduto.”
Si abbracciarono forte e decisero che quella mattina non avrebbero lavorato ma trascorso tutto il tempo in casa e a letto.
22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
Un pomeriggio con i bambini
Davide concordò con Tommaso che avrebbe insegnato ai bambini un paio d’ore due volte a settimana, e decisero di scegliere i giorni in cui anche Clara non lavorava.
Erano emozionati entrambi, la prima lezione raggiunsero l’aula una mezz’oretta prima per prepararsi. Insieme a Tommaso prepararono i PC e i tablet.
Nel giro di poco tempo arrivarono quindici bambini.
Cominciarono con giochi di logica divertenti, in base all’età, i bambini si aiutavano fra loro.
Gli insegnanti chiesero a ognuno se avessero dei compiti per i giorni successivi che potevano portare a termine con l’aiuto del PC, qualcuno doveva fare delle ricerche.
I bambini riuscivano a seguire agevolmente i consigli degli insegnanti e a fare esercizi e cercare notizie utili.
Clara osservava tutti con il sorriso e provava una gioia immensa. Davide rideva e scherzava con Tommaso e i bambini, sembrava nato per insegnare ai più piccoli.
Si era documentato e aveva trovato tanti programmi educativi per tutte le età e un’enciclopedia virtuale per bambini.
Si era creato un clima sereno e divertente nell’aula, come se non si trattasse della prima lezione ma di un corso già avviato da tempo.
Ogni tanto qualcuno chiamava Davide per nome e gli chiedeva aiuto, e il fidanzato di Clara aveva memorizzato agevolmente i nomi degli alunni.
Le due ore trascorsero velocemente e alla fine erano tutti visibilmente contenti. Arrivarono i genitori e i bambini entusiasti raccontarono loro tutto quello che avevano fatto insieme.
Quando rimasero da soli Tommaso disse a Davide: “Grazie, sono proprio felice di averti conosciuto, non speravo di incontrare qualcuno che avesse voglia come me di impegnarsi in questo lavoro. Credo che potremo fare tante cose insieme e far giocare e studiare i bambini in tanti modi con l’ausilio della tecnologia.”
“C’è chi vede la tecnologia come un demone, ma ogni invenzione ha i suoi lati positivi e può aiutare a creare legami tra persone e i bambini a crescere.”
“Hai ragione, e poi il mondo sta cambiando, l’IA modificherà molti settori e i bambini devono imparare a mantenere il controllo della situazione con spirito critico e l’unico modo è imparando a usare le nuove tecnologie con l’aiuto di qualcuno esperto. Grazie Clara di aver partecipato anche tu.”
“Non ho fatto molto, ma sono disposta anche io a imparare e posso darvi una mano.”
“Ci vediamo venerdì.”
Clara e Davide salutarono Tommaso e si diressero a piedi verso casa, avevano deciso di non andare in macchina e fare una bella passeggiata sottobraccio.
“Sei il mio angelo” disse Davide.
“Anche tu il mio.”
“Ti preoccupavi del fatto che non possiamo diventare genitori, è bastato un pomeriggio con i bambini per vederti contenta. Poi Mattia assorbirà molto del tuo tempo.”
“È che ti amo e vorrei vedere anche te felice e non volevo essere un impedimento.”
“Tu sei la mia felicità, senza di te niente ha un senso.”
Piano piano, stretti stretti, tornarono a casa.
22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
La ludoteca digitale
In ufficio Clara venne a conoscenza dell’apertura di una ludoteca digitale gestita dal figlio di un collega, Tommaso, laureato in informatica, che cercava insegnanti per i bambini.
Pensò subito a Davide e appena tornò a casa ne parlò con lui.
“È una bella idea, ora sto meglio, posso rendermi disponibile. Sono stato sempre bravo con i bambini, i miei amici quando erano impegnati mi chiedevano spesso di tenerli e li facevo giocare.”
“Se vuoi posso aiutarti anche io per le lezioni.”
“Non osavo chiedertelo, non volevo sembrarti appiccicoso e non vorrei togliere spazio ai tuoi interessi e a te stessa.”
“A me fa piacere, i bambini regalano emozioni positive e per noi che non possiamo avere figli sarà bello occuparsi dei più piccoli.”
“Vedrai, troveremo il modo di dedicarci alle nuove generazioni e di dare il nostro contributo.”
“Se vuoi puoi chiamare Tommaso, ho il numero.”
Davide prese il telefono e lo chiamò, parlarono per una mezz’oretta della ludoteca e delle idee che aveva il ragazzo.
Quando riattaccò Clara gli chiese: “Allora?”
“Credo che cercasse qualcuno con le mie competenze, gli devo mandare il curriculum.”
“Ti troverai bene con lui, lo conosco da quando era ragazzo, ha tanta voglia di fare qualcosa di utile per gli altri, adora i bambini e ha trovato un modo per rendere remunerativa la sua passione per l’informatica, divertendosi.”
Davide si mise al computer a cercare le cose di cui aveva parlato con Tommaso e Clara andò in cucina a preparare la cena.
Dopo un po’ tornò da lui e gli disse: “Potevi avere figli con un’altra donna.”
“Clara, ho una certa età” rispose ridendo.
“Io non posso averli e con i miei problemi non potremo neanche avviare le pratiche per un’adozione.”
“Non devi pensare queste cose Clara, fino a poco tempo fa non avrei immaginato di avere la forza per una storia. Ti amo, non ho rimpianti, la vita non è standard, noi penseremo a fare gli zii, e oltre alla ludoteca ci sono tanti modi per occuparsi di bambini.”
Clara sorrise e guardò Davide e pensò che sarebbe stato un buon padre, ma ripeté dentro di sé che la vita va vissuta per ciò che ci dona. Con Davide doveva trovare il modo di riempire le giornate anche con attività positive che li avrebbero uniti sempre di più.
“E poi devi pensare che un’altra donna non sei tu, io voglio te.”
Clara lo abbracciò forte e lo baciò sulla fronte.
22 Mar 2025 | Iniziative delle donne
La nascita di Mattia
Roberta aveva trascorso due mesi a letto, e appena poteva Clara andava a darle una mano e stava un po’ con Beatrice. Il bambino cresceva e le condizioni della madre erano buone.
“Avrei voluto aiutarti con il trasloco.”
“Come potevi, Roberta? Sei incinta, non ricordi?”
“È anche divertente traslocare.”
“Io e te siamo proprio diverse.”
“E per fortuna! Non avrei mai immaginato potessi cambiare in poco tempo la tua vita, hai fatto sempre scelte molto ragionate e impiegato molto tempo per decidere.”
“Il tumore ti costringe a rivalutare il fattore tempo, il tempo che sai potresti non avere. Mentre il disturbo bipolare mi ha sempre frenata nell’accogliere le situazioni positive, il tumore mi ha donato una nuova visione che mi fa apprezzare ciò che di bello mi accade e non mi sento più inadeguata o impaurita o con l’ansia che non ti lascia respirare.”
“Davide è la persona giusta per te, ti ha donato sicurezza, nonostante i suoi problemi, e credo che anche tu per lui sei stata un miracolo.”
“Sì, sta molto meglio, la cura funziona, ha ogni tanto dei giorni no, ma riesce a reggere e seguiamo i consigli del dottore. La mia psicologa ha deciso di fare degli incontri con noi due ogni due settimane, una sorta di terapia di coppia, è stato molto utile per aiutarci ad affrontare gli ultimi avvenimenti, anche il trasloco e il cambiamento di abitudini.”
“Io e Luca in questo periodo abbiamo passato più tempo insieme, stando a casa e non lavorando. Prima ero in negozio tutto il giorno e lo vedevo solo a cena. Anche con Beatrice abbiamo parlato tanto, non sembra gelosa per la nascita di Mattia, è una bambina matura e tu l’hai aiutata molto, anche quando sei stata male appena hai potuto l’hai chiamata e passato ore al telefono con lei.”
“È mia nipote, un pezzo di cuore, e lo sarà anche Mattia.”
“Mamma e papà sono stati impagabili, erano preoccupati per te, ma hanno cercato di occuparsi di me il più possibile.”
“È stato strano durante la crisi appoggiarmi a Davide e non a te, mi sentivo spaesata.”
“Vi ha uniti molto, Clara, e credo sia stato contento di poterti ripagare di tutto quello che hai fatto per lui con la sua vicinanza e premura.”
“È vero.”
Clara vide Roberta cambiare espressione.
“Che succede?”
“Ho rotto le acque.”
“Luca” gridò Clara.
Il marito di Roberta corse nella camera da letto.
“Ci siamo?”
“Sì!”
Beatrice entrò in stanza. “Mamma!”
“Forza andiamo” disse Clara.
Presero la valigia per l’ospedale, aiutarono Roberta a vestirsi, scesero con l’ascensore, entrarono in macchina e in poco tempo raggiunsero il reparto di ostetricia.
Nel giro di un’ora arrivarono i genitori di Clara e anche Davide.
Aspettarono nella sala d’aspetto per tre ore, non sapevano come organizzarsi per la cena.
Con il viso felice e rosso per l’agitazione e l’emozione li raggiunse Luca, che aveva assistito al parto: “Tutto bene, pesa due chili e mezzo, la madre e il bambino stanno bene.”
Si abbracciarono tutti, felici per la nascita di Mattia, una nuova vita, un nuovo membro della famiglia che avrebbe portato gioia e speranza.